Agenti di Commercio: Assegno unico, ecco la tabella di marcia completa per domanda e pagamenti
Aggiornamento 25/01/2022
Attenzione alla data di presentazione della domanda per l’assegno unico. Da questa dipenderà anche la data di pagamento e gli eventuali arretrati
L’assegno unico inizierà ad essere pagato, mensilmente, da marzo 2022. Riceverà subito l’importo chi presenterà domanda entro fine febbraio. Per chi la presenta dopo, le regole sono leggermente diverse.
Vediamo in dettaglio, quindi, tutte le date che il beneficiario dovrà segnare sulla propria agenda.
Le date per la domanda assegno unico
L’assegno unico per i figli a carico si ottiene dietro presentazione di apposita domanda all’INPS. A questo proposito, è stabilito che:
per le domande presentate a gennaio 2022 e febbraio 2022, l’assegno sarà corrisposto a partire dal mese di marzo 2022
in caso di domande presentate dal 1° gennaio 2022 al 30 giugno 2022, l’assegno unico spetta, comunque, a partire dal mese di marzo 2022 (quindi, sono pagati anche gli arretrati)
per le domande presentate dopo il 30 giugno 2022, l’assegno decorre dal mese successivo a quello di presentazione della richiesta (quindi si perdono gli arretrati)
L’importo spettante (che dipende dall’ISEE del nucleo familiare) è pagato, mensilmente, direttamente dall’INP.
Le date per il pagamento
La prestazione è pagata da marzo a febbraio dell’anno successivo (dunque, la richiesta ha validità annuale). In merito alle date di pagamento è previsto che:
- per le domande presentate a gennaio e febbraio i pagamenti cominceranno ad essere erogati dal 15 al 21 marzo
- per le domande presentate successivamente il pagamento verrà effettuato alla fine del mese successivo a quello di presentazione della domanda
Quindi, ad esempio, per una richiesta di assegno unico presentata a maggio 2022, il pagamento avverrà dalla fine del mese di giugno 2022 (ed includerà anche gli arretrati da marzo in poi). Per una domanda presentata a luglio 2022, l’assegno sarà pagato dalla fine di agosto 2022 (e non saranno, in questo caso, corrisposti gli arretrati).
Assegno unico, per i figli a carico una definizione ad hoc
Per l’assegno unico, ai fini del diritto, non bisogna guardare le soglie reddituali previste per considerare figli fiscalmente a carico del genitore
L’assegno unico spetta per i figli “a carico”, dice la normativa. La quale, fornisce anche una definizione ad hoc a tal fine che è ben diversa da quella ai fini fiscali. In altri termini per figli a carico non devono intendersi quelli a carico “fiscalmente”.
Ma andiamo con ordine.
L’assegno unico è per ogni figlio a carico
L’assegno unico, che farà il suo debutto a marzo 2022, spetta ai nuclei familiari:
- per ogni figlio minorenne a carico e, per i nuovi nati, decorre dal settimo mese di gravidanza
- per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni in capo al quale è soddisfatta una o più delle seguenti condizioni:
- frequenta un corso di formazione scolastica o professionale, ovvero un corso di laurea
- svolge un tirocinio ovvero un’attività lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro annui
- sia registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego
- svolge il servizio civile universale
- per ogni figlio a carico con disabilità senza limiti di età
L’importo spettante (che dipende dall’ISEE del nucleo familiare) sarà pagato mensilmente direttamente dall’INPS (quindi non in busta paga). Spetta da marzo a febbraio dell’anno successivo (ogni anno bisogna fare domanda) e sostituisce le detrazioni per figli a carico fino a 21 anni (senza limiti per figli disabili) e l’assegno familiare per figli a carico.
La definizione di figlio a carico
Come detto, l’assegno unico spetta per i figli “a carico”. A questo proposito la normativa fiscale dice che si possono considerare a carico del genitore i figli che (anche se non conviventi con il genitore) hanno conseguito un reddito complessivo
- uguale o inferiore a 4.000 euro, se trattasi di figli di età non superiore ai 24 anni
- uguale o inferiore a 2.840,51 euro, se trattasi di figli con età oltre i 24 anni
Con riferimento all’assegno unico, invece, la stessa normativa che lo ha istituito stabilisce che ai fini di tale prestazione si considerano a carico del genitore i figli che risultano nel nucleo familiare ai fini dell’ISEE. Non bisogna, dunque, guardare alle citate soglie reddituali.
Fonte: InvestireOggi
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